Riceviamo dal comitato di Zinasco
Un nuovo problema INCOMBE sul nostro territorio
BIO - E T A N O L O
Perché ZINASCO e non Casei Gerola?
Nel 2003, l’Unione Europea (UE) con una Direttiva, dispone di incentivare l’utilizzo
di biocarburanti da integrare nella Benzina (fino al 5%), destinati al settore trasporti.
Nel 2005, l’ UE decide altresì di chiudere vari Zuccherifici tra cui quello di Casei G.
Nel 2006, accordo tra i soggetti interessati (filiera) con l’allora Ministro Alemanno
e firma di un Protocollo d’Intesa per la riconversione produttiva su Casei Gerola
Nel 2007, arriva la notizia a mezzo stampa, che l’impianto trasloca a Zinasco in
“barba” al Protocollo firmato e senza ascoltare (come di solito), il parere dei cittadini.
Molti dubbi e Forti Preoccupazioni ci fanno propendere per il NO !
OCCUPAZIONE: perchè non si rispettano gli accordi del Protocollo, costringendo
di fatto il trasporto dei cereali dall’Oltrepo e i 50 Lavoratori di Casei (in mobilità) a
viaggiare su Zinasco, che invece si ritroverà con l’impianto e “senza” occupazione
AGRICOLTURA: perché si decide di “convertire” l’area industriale di Casei G. per
farne usi commerciali-speculativi ed “occupare” invece dell’ottimo terreno agricolo
che di fatto è a lato del capoluogo di Zinasco, con le conseguenze che ne derivano
TRASPORTI: perché l’impianto “deve essere per forza grande” se poi ha bisogno
di cereali prodotti su un’area di 55 mila ettari , mentre il bacino agricolo dell’oltrepo
può darne solo il 10%, trasportando da chissà dove l’altro 90% (anche quelli ogm?)
con l’improbabile uso della ferrovia (binario unico, non elettrificato) e conseguente
rischio “invasione” camion per portare cereali e per distribuire poi i prodotti finiti.
AMBIENTE: sull’analogo progetto di Rivalta è stato già riconosciuto un “bonus” di
risarcimento, di fatto è la conferma che c’è danno ambientale! ‘e l’anidride carbonica?
Anche da noi, l’invasione dei camion porterà inquinamento e pericolo per i cittadini !
SICUREZZA: data la necessità di stivare in grandi silos e serbatoi l’enorme quantità
di materie prime, nonché il prodotto finito come la farina DdGS (per uso zootecnico)
sarà soprattutto l’etanolo che in quanto “benzina”, qualche “problemino” lo porrà !
Con un impianto così vicino alle case di Zinasco diventa inaccettabile il rischio
L’ ACQUA: data l’enorme quantità di acqua necessaria all’impianto, si ipotizza
la necessità di scavare pozzi che inevitabilmente “pescheranno” dalla vicina falda
che oggi alimenta l’acquedotto comunale, con le prevedibili ripercussioni nella rete.
. VALORE degli IMMOBILI : tutto questo, comporterà una inevitabile . . diminuzione del valore commerciale delle abitazioni di Zinasco e dintorni ! .
CEREALI per dare CIBO … oppure per fare ETANOLO ?
- Recentemente, L’ONU e la FAO, hanno lanciato il grido d’allarme: si registra una riduzione delle scorte mondiali di cereali ATTRIBUIBILI anche a scelte
di politiche agro-energetiche, che si possono definire “crimini contro l’umanità”
Occorre preservare all’agricoltura il compito fondamentale di produrre CIBO
Si può dire SI solo se, si tratta di impianti proporzionati alle capacità produttive
“eccedenti” del bacino agricolo, se inseriti nel suo territorio e comunque
senza stravolgerne la sua vocazione agricola !
- I SOGGETTI che hanno deciso di COSTRUIRE L’IMPIANTO A ZINASCO
“FINORA”, NON HANNO RITENUTO UTILE ASCOLTARE I CITTADINI !
NOI PENSIAMO SIA GIUNTO IL MOMENTO DI FARLO
Per approfondire meglio i problemi trattati e le preoccupazioni solo accennate
Il COMITATO dei Cittadini --- La MINORANZA Consiliare
La SINISTRA-Arcobaleno della zona e LEGAMBIENTE
presso : la Sala Consiliare del Municipio di
ZINASCO VECCHIO
Marco CALDIROLI … MEDICINA DEMOCRATICA
Alberto DeAMBROGIO … La SINISTRA-arcobaleno
‘un rappresentante della … minoranza di ZINASCO
Valter BAIOCCHI … COMITATO cittadini di Zinasco
un caloroso invito alla POPOLAZIONE dei Comuni VICINI
1 commento:
Dalla Provincia Pavese del 15 Gennaio 2008
«Attenzione, questo impianto non è proprio bio»
Assemblea affollata a Zinasco L’attesa del progetto definitivo
ZINASCO. Una ulteriore richiesta di confronto con l’amministrazione comunale, l’invito da parte del Comitato di Rivalta Scrivia a non fidarsi troppo delle voci che circolano e, infine, il bio-etanolo che non si sa quanto “bio” sia davvero. Questi i tre temi toccati sabato sera nel corso della assemblea pubblica organizzata in aula consiliare dal Comitato dei cittadini e dalla minoranza in collaborazione con Sinistra Arcobaleno e Legambiente. Tante le persone che hanno gremito la sala, ma non tutti di Zinasco. Ad occupare numerose sedie c’erano infatti molti persone attualmente impegnate contro il progetto dell’autostrada Broni-Mortara.
Per la prima volta a Zinasco si è discusso dell’impianto di bio-etanolo che Italia Zuccheri vorrebbe realizzare nei pressi della stazione ferroviaria locale come riconversione dell’ex zuccherificio di Casei Gerola.
Del progetto che dovrebbe interessare il paese poco si è potuto dire perché i contenuti della proposta non sono ancora stati presentati ufficialmente. Si è però discusso molto di bio-etanolo, sulla scorta dell’impianto che dovrebbe sorgere a Rivalta Scrivia. Gli interventi sono stati coordinati da Paolo Bassani (Rifondazione Comunista). In apertura, una risposta ad alcune dichiarazioni rilasciate dal sindaco alla stampa.
«Non vogliamo fare speculazioni politiche, ma siamo qui per una sensibilità verso il territorio che si è affinata con il progetto dell’autostrada regionale. E’ corretto incontrare e informare i cittadini perché, anche se il progetto sarà presentato a marzo, ci sono già alcuni spunti per discutere».
«La nostra discussione non ha colore politico - ha ribadito il presidente del Comitato, Walter Baiocchi -. Tutti i cittadini devono essere informati per valutare la svolta industriale che prenderà il nostro paese. Ci permettiamo, ancora una volta, di sollecitare l’amministrazione a confrontarsi con i cittadini; senza attendere l’ufficialità del progetto. Da buoni amministratori dovrebbero lasciare i cittadini liberi di decidere».
Studiato come risposta all’inarrestabile impoverimento di risorse petrolifere, il bioetanolo è veramente in grado di rispondere a questa esigenza? Gian Piero Godio, Legambiente, è convinto di no. Come è altrettanto certo di non voler chiamare l’etanolo, così prodotto, bio. «Piuttosto agro», ha detto. Suffragato anche da studi e ricerche portate con sé, Godio ha sollevato molti dubbi sulla sostenibilità ambientale del bioetanolo. «Ci sono spese ambientali ed energetiche produttive eccessive. Una catena produttiva con cui si deve fare e i conti e che, alla fine, dimostra come il vantaggio del bio-etanolo sia davvero risicato, soprattutto per quanto riguarda i consumi di petrolio e acqua necessari. Insomma non ci sarebbe una convenienza in termini energetici, e se c’è sarebbe minima. Ne avrebbero già fatto le spese Paesi come Austria e Germania dove tali impianti sono stati già chiusi. Se ne stanno accorgendo in Francia dove le produzioni di bioetenaolo sono già in sofferenza. Un invito a rendere più forte la voce del no, unendosi al dibattito già in corso in Piemonte è arrivato dal consigliere regionale della Sinistra Arcobaleno, Alberto De Ambrogio. «Non possiamo accettare questo insulto ambientale - ha affermato -; è importante che i due territorio si parlino».
Ha tenuto alta l’attenzione dei presenti anche la testimonianza del presidente del comitato di Rivalta Scrivia, Enzo Pernigotti: «Anche a noi l’amministrazione diceva di non avere il progetto. Curiosa coincidenza...Ma se un progetto è buono perché nasconderlo?»
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