Questo scritto, in forma quasi lirica, illustra in modo efficace quali sono le vere radici della gente di queste terre, qual'è il vero sviluppo che questa gente desidera, come è difficile ingannarla con la disinformazione e con le false promesse. Chi non si immedesima in questa descrizione? Forse alcuni di coloro 'che stanno dall'altra parte', individui che per fortuna si contano sulle dita delle mani ma le cui opinioni sembrano valere più di quelle di una intera popolazione. I loro nomi? Noi non vogliamo puntare il dito su nessuno: per ora. Le generalità le forniranno loro stessi mercoledi 7 febbraio, al termine della Conferenza dei Servizi: non mancheremo di elencarne i nomi e i retroscena che li riguardano, dandone la massima pubblicità come promesso a suo tempo.
L'ESERCITO DEGLI ONESTI Fu come un fulmine a ciel sereno.
Subito la corsa a difenderci, aderendo alle prime istanze di aiuto delle organizzazioni ecologiste. A nostra volta cercando nuovi consensi raccogliendo firme, facendo il tam tam con i paesi vicini, organizzando i primi incontri, a piccoli gruppi, in casa di amici. Dapprima ci definirono "ambientalisti", con mal celato senso di disprezzo, quasi a volerci umiliare delimitandoci nel numero (come dire “quei quattro scalmanati"). Si sbagliavano. Non siamo ambientalisti, ma cittadini affezionati alla propria terra, come tutti dovrebbero essere in una nazione che si definisce tale. Quindi, accortisi che crescevamo, tentarono di attribuirci un colore politico, per isolarci e ancora poterci contare. Nulla di più errato: siamo assolutamente apartitici. Completamente estranei a qualunque tipo di connotazione in tal senso, proprio per un nostro accordo morale, sottinteso ma condiviso da tutti in modo inequivocabile. Alla fine il paradosso. Insinuarono il sospetto che facessimo terrorismo, in quanto diffusori di notizie, a loro avviso, catastrofiche e allarmistiche.
Terrorista è chi, senza preavviso e consenso, catapulta un altro cittadino, come un corpo estraneo, in un mondo alienante, al quale non sente più di appartenere, causando danni gravi alla sua esistenza, alla qualità della vita e alla salute. Noi, semmai, i terroristi li denunciamo.
Certo non siamo patrioti. Tutta un'altra storia. Quelli imbracciavano le armi e sacrificavano la vita. Noi conosciamo solo le armi dell'onestà, della legalità, del buon senso e della conoscenza tecnica, contrapposte a quelle di una certa politica, del potere, del denaro e dell'arroganza.
Non si illudano di piegarci facilmente. Dovranno sempre fare i conti con noi.
Siamo ormai un esercito di cittadini ogni giorno più numerosi, organizzati, coordinati, in continuo contatto tra loro.
Gente comune, padri di famiglia. tecnici, intellettuali. Tutti sotto la stessa bandiera della buona fede.
Siamo l'invincibile "Esercito degli Onesti".