giovedì 12 febbraio 2009

LE RAGIONI DEL NO




«Noi in lotta contro la Broni-Pavia-Mortara»

Sono passati anni dalla presentazione pubblica di un progetto per creare un collegamento autostradale tra Broni, Mortara e Pavia. Un’idea discussa, capace di accendere le speranze di chi quotidianamente resta invischiato nella viabilità di quelle zone, ma anche capace di attirare le severe critiche di una parte importante dell’opinione pubblica. Alfiere di questa posizione è il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro la Broni-Pavia-Mortara, attivo sia sul fronte della sensibilizzazione sia su quello della messa in rete delle molte realtà che intendono manifestare il proprio dissenso al progetto. Ne abbiamo parlato con un rappresentante del Coordinamento .

Quando nasce il vostro gruppo? «Il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro la Broni-Pavia-Mortara è nato due anni fa per contrastare un progetto che viene giudicato inutile, costoso e dannoso».
Perché? «Secondo il Coordinamento, la Broni-Pavia-Mortara è inutile perché non risolverà, anzi aggraverà, i problemi viabilistici, oggi particolarmente pressanti sull’asse Sud-Nord dell’ex statale dei Giovi (mentre l’autostrada servirà l’asse Est-ovest). È costosa, poiché, a fronte di una spesa stimata di 1078 milioni di euro, non è chiaro quanto sarà effettivamente a carico degli enti pubblici. Inoltre ha tariffe molto care che pagheranno i cittadini. È dannosa perché aumenterà in maniera sensibile l’inquinamento, consumerà suolo e avrà un grave impatto sul paesaggio».
Cosa vi proponete di fare per contrastare il progetto? «L’attività dei Comitati è dunque finalizzata a diffondere le informazioni che le amministrazioni pubbliche non hanno divulgato, sensibilizzare i cittadini della provincia sui problemi che l’approvazione della Broni-Pavia-Mortara comporta. A questo scopo, sono stati organizzati numerosi incontri pubblici sull’autostrada contestando le carenze e le criticità del progetto. Sono state approfondite anche tematiche ambientali più generali, legate alla possibilità di uno sviluppo sostenibile, e si è cercato di costruire una rete con altri Comitati di difesa del territorio operanti in provincia».
Da quali realtà è costituito il vostro gruppo? «Aderiscono al Coordinamento Associazioni come Italia Nostra, Wwf, Legambiente, Lipu, Associazione La Rondine, Slow Food, Amici di Beppe Grillo. E poi realtà locali come il Comitato Agricoltori per la tutela del territorio, Comitato Difesa-Valorizzazione Territorio della Lomellina-Dorno, i Comitati di Alagna, Barbianello, Bressana, Gropello, Lungavilla, Pavia, Pinarolo, Santa Giuletta, Sommo, San Martino, Zinasco».
Chi sono i vostri volontari? «È una realtà eterogenea: si va dal mondo dell’ambientalismo storico a chi è toccato in prima persona dal problema, a quella parte sempre più numerosa di popolazione in cui cresce una nuova sensibilità ambientale, che non accetta più il modello “cava-discarica-cemento” come unica visione dello sviluppo. ».


LE RAGIONI DEL NO ALL’AUTOSTRADA BRONI-PAVIA-MORTARA
La posizione del Coordinamento dei comitati e delle associazioni contro la Broni-Pavia-Mortara

Il progetto dell’autostrada Broni-Pavia-Mortara è uscito dalla fase preliminare, ma molti cittadini della provincia di Pavia ne sono ancora all’oscuro. In questo documento vogliamo offrire il nostro contributo per fare un po’ di chiarezza.

Gli argomenti utilizzati a sostegno della Broni-Pavia-Mortara sono essenzialmente legati a viabilità e sviluppo.

Viabilità. Nessuno mette in dubbio la necessità di intervenire sull’asse nord-sud per decongestionare la viabilità della ex-Strada Statale 35 da Pavia-sud a Bressana Bottarone. E’ evidente però che occorre congiungere la tangenziale di Pavia a un nuovo ponte e creare così un’alternativa al passaggio attraverso Tre Re, il vecchio ponte e la rotonda di Bressana, dove confluiscono le due principali diretrici dell’Oltrepò centro-occidentale (Casteggio e Voghera).

La Broni-Pavia-Mortara è invece un’autostrada che si muove sull’asse est-ovest. Per questo motivo a San Martino si pone l’esigenza di saltare la ex-SS35 e la ferrovia attraverso un viadotto di 20 m. di altezza e 800 di lunghezza che passa sopra le teste degli abitanti. Non essendo l’autostrada una reale alternativa al collegamento nord-sud, si crea allora la tangenziale di Cava Manara, che incrocia la Broni-Paese-Mortara e la tangenziale di Pavia in un mega-svincolo grande poco meno del paese. Oltre a stringere l’intero territorio comunale tra due autostrade e il megasvincolo – e a passare molto vicino agli abitati di Sommo e Cava – la tangenziale non risolve il problema in ragione del quale viene creata, poiché si immette ancora sulla ex-SS35, con tutto il vecchio ponte da percorrere e code assicurate.

Come vede chiunque guardi il progetto in modo disinteressato, l’unico vero problema non è risolto. Il progetto della nuova autostrada – ed è questo ciò che si sarebbe dovuto spiegare ai cittadini – non ha infatti come obiettivo il miglioramento della viabilità della provincia, bensì, se verrà realizzato il collegamento con la Autostrada A26 Genova Voltri-Gravellona Toce, di dirottare parte (c’è chi entusiasticamente arriva a dire il 70%) del traffico da e per Milano, quello che passa sulla A4 Torino-Trieste diretto alla A1 Milano-Napoli oppure quello che dalla A7 Milano-Genova si congiunge alla A21 Torino-Piacenza. La provincia di Pavia diverrebbe così la valvola di sfogo del traffico, soprattutto commerciale, che transita nella Lombardia occidentale, con il pesante inquinamento che ne consegue.

A ciò si deve aggiungere che per tentare di motivare quest’operazione si fa sempre riferimento al fatto che la Broni-Pavia-Mortara costituirebbe un tratto importante del corridoio 5 (Barcellona-Kiev). L’argomento è però debole e specioso: debole, perché su percorsi di centinaia o migliaia di chilometri attraverso l’Europa il massimo che si può risparmiare percorrendo la nuova autostrada ed evitando un tratto di A26 e di A21 sono 25 km., cioè un quarto d’ora; specioso, perché il corridoio 5 è un collegamento esclusivamente ferroviario e non autostradale, benché si continui a leggere che l’opera è fondamentale per il corridoio europeo.

Sviluppo. Un ulteriore e decisivo contributo al volume di traffico della Broni-Pavia-Mortara sarà dato dalle strutture logistiche che stanno alla vera base del progetto. Si tratta del polo intermodale di Mortara e dei poli logistici di Bressana e Santa Giuletta, propagandati come tappe inevitabili di uno sviluppo altrimenti impossibile. Si dice: dato che si devono fare i poli logistici, allora serve un’autostrada che li colleghi tra loro e alla rete autostradale esistente. La Broni-Pavia-Mortara sarà perciò percorsa, oltre che dal traffico deviato dal nord della regione, dagli autotreni che partiranno dai vari poli verso la loro meta. Le strutture logistiche, dice il buon senso, si dovrebbero però costruire accanto alle vie esistenti. Qui invece prima si progetta la struttura in luoghi non situati su vie di comunicazione importanti o in luoghi incastrati in zone densamente abitate e costruite, per lamentare poi la necessità di una via di collegamento adeguata a sopportare gli impressionanti volumi di traffico previsti (45.000 veicoli al giorno, di cui 30% camion). La sola certezza per un’autostrada con questi livelli di traffico è che produrrà un inquinamento tale da compromettere la nostra salute e il nostro ambiente.

La teoria dei sostenitori della Broni-Pavia-Mortara si snoda poi attraverso un ultimo punto. La Broni-Pavia-Mortara risolverà i problemi di sviluppo creando nuovi posti di lavoro poiché lungo l’autostrada s’insedieranno nuovi poli industriali, commerciali, logistici. Benché mai chiaramente delineato e anzi sempre fumoso e vago, lo sviluppo che viene immaginato per la Lomellina e il basso Oltrepò sembra quindi costituito da gangli di autostrade a grande scorrimento, agglomerati industriali, centri commerciali, poli logistici. Qualcosa che assomiglia molto da vicino alla periferia milanese. Di fatto il progetto di questa autostrada, che mira ad essere anche un’alternativa all’A4 e alla tangenziale ovest di Milano, getta le basi per l’assimilazione ambientale, produttiva e sociale della nostra provincia all’hinterland milanese.

Si tratta di un’idea molto vecchia di sviluppo, che punta tutto sul trasporto su gomma e che compromette irrimediabilmente la qualità della vita di persone che hanno deciso di restare o venire ad abitare nella nostra provincia proprio perché non desiderano o fuggono la situazione ambientale e sociale che viene loro ora preparata – senza che si abbia il coraggio di dirlo – da questa autostrada.

Chiediamo ai cittadini della provincia di Pavia se è questo il futuro che vogliono.
Non siamo “quelli che dicono sempre no”: esprimiamo un no ragionato a un progetto che abbiamo studiato a fondo, evidenziando i problemi che non risolve e i molti e gravi che crea. Crediamo che sia irresponsabile sacrificare sull’altare della Broni-Pavia-Mortara ciò che la nostra terra è divenuta col lavoro del tempo e delle persone e ciò che potrebbe essere grazie alla sua inestimabile immagine. Crediamo che sia casomai necessario riconoscere e valorizzare le ricchezze e potenzialità di una terra assolutamente unica nel panorama europeo in vista di uno sviluppo veramente moderno, sostenibile, che abbia cioè un futuro.

Certo, è più difficile; ma è su questo che i cittadini vogliono discutere, decidere e fare la propria parte e su cui invece non sono stati nemmeno informati. Se non si capisce questo disagio e non si cerca di ascoltare e magari scoprire competenze inespresse, mediando e coinvolgendo; se si chiude ogni discussione con parole d’ordine quali “occasione storica irrinunciabile”, “l’unica possibilità di sviluppo”; allora non si fa che aumentare la già profonda sfiducia di molti cittadini verso la classe politica ed economica che li governa.


Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro la Broni-Pavia-Mortara


http://www.bronimortara.blogspot.com/ e-mail: bronimortara@yahoo.it

informazioni : cel.348-3634095 - 0382/1855670 - fax 0382/1850271

Aderiscono al Coordinamento :

Associazioni - gruppi

Italia Nostra WWF Legambiente LIPU Ass.“La Rondine” Slow Food Amici di Beppe Grillo

T.A.B.U. (Tutela dell'Ambiente Biologico Universale)

Comitati :

Comitato Agricoltori per la tutela del territorio, Comitato di Cava Manara , Comitato di Alagna , Comitato di Barbianello , Comitato di Bressana Bottarone , Comitato Difesa-Valorizzazione Territorio della Lomellina , Comitato di Gropello Cairoli , Comitato di Lungavilla , Comitato di Pavia , Comitato di Pinarolo Po Comitato di S.Giuletta , Comitato di Sommo , Comitato di S.Martino , Comitato di Zinasco

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